La Città dell'Energia, 25 Gennaio 2022
Le origini della sostenibilità: un concetto che affonda le radici nel passato

La sostenibilità è un concetto che viene da lontano e che vuole andare lontano. Quello per cui stiamo combattendo oggi, infatti, ha radici profonde: lo dobbiamo a pionieri e visionari che, già molti anni fa, si battevano per il bene del Pianeta perché potesse essere, in futuro, un luogo migliore.
La prima data rilevante a livello globale è la prima conferenza mondiale sul Clima del 1979, ma il tema lascia tracce nella storia anche prima di tale occasione. Nel 1962 viene infatti pubblicato il libro di Rachel Carson, biologa americana, che porta il nome di “Primavera Silenziosa”: questo libro, che parla degli effetti inquinanti e cancerogeni degli insetticidi chimici in agricoltura, diventa pietra miliare dell’ambientalismo e riesce a cambiare il corso della storia portando a una presa di coscienza collettiva sul problema. Poco dopo la sua pubblicazione, infatti, furono adottati una serie di provvedimenti legislativi in favore della tutela ambientale.
Più avanti, nel 1968, venne fondata in Italia un’associazione non-profit formata da scienziati, economisti, attivisti e uomini d’affari provenienti da 10 differenti nazioni, dal nome “Club di Roma”. Questa organizzazione con a capo, fra gli altri, Aurelio Peccei, aveva come scopo quello di analizzare i problemi legati ai cambiamenti climatici e suggerire delle possibili soluzioni. Il risultato aveva il nome di “Rapporto Meadows”, in cui un’equipe di ricercatori giovanissimi del MIT di Boston guidati da Dennis Meadows, individuò le 5 variabili su cui si sarebbe dovuto intervenire nel tempo per raggiungere un equilibrio sostenibile per il Pianeta.
Il primo Earth Day si celebrò in America, il 22 aprile 1970, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera. Si manifestava in difesa del Pianeta, per sottolineare la necessità della salvaguardia delle risorse naturali della Terra.
Sempre con lo scopo di proteggere l’ambiente, nel 1972 venne sottoscritta a Stoccolma la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’ambiente umano: 26 principi su diritti e responsabilità umane sull’ambiente che segnerà, con il passare degli anni, altrettante importanti tappe verso la definizione di sviluppo sostenibile.
Nello stesso anno e, a seguire, nel 1973, nacquero i primi partiti ambientalisti. Il primo in Australia, lo United Tasmania Group, e il secondo in Europa, precisamente in Gran Bretagna, che prese il nome di Green party.
Finalmente nel 1979 prese vita a Ginevra la prima Conferenza Internazionale sul Clima (la World Climate Conference), dove si invitavano i governi di tutto il mondo a mettere in atto politiche ambientali per il bene dell’umanità e del Pianeta, avviando soprattutto collaborazioni scientifiche internazionali sulla ricerca e le osservazioni climatiche.
Arriviamo al 1988, anno di nascita del Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), istituito dal World Meteorological Organization (WMO) e dallo United Nations Environment Programme (UNEP). Il compito di questo organismo internazionale era di valutare la produzione scientifica sull’argomento per comprendere il rischio che le attività umane hanno sui cambiamenti climatici, in modo da fornire al mondo una visione chiara sugli impatti che questo poteva avere a livello socio-economico e ambientale.
Atterriamo infine nel 1992 con la Conferenza sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro (o Summit della Terra), dove presero vita 5 documenti fondamentali diventati poi le linee guida per l’azione degli Stati Membri: la Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo, i Principi sulle Foreste, la Convenzione quadro sulla Biodiversità, l’Agenda 21, cioè un piano di azione articolato che impegna i governi locali nel miglioramento della qualità della vita in armonia con l’ambiente, e infine la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Da quest’ultima nasceranno successivamente il Protocollo di Kyoto, trattato internazionale riguardante il surriscaldamento globale, che porterà poi all’Accordo di Parigi, entrato in vigore nel 2016 e alla recente COP26 di Glasgow.
Come si è visto quindi, siamo arrivati sin qui a seguito di una serie di avvenimenti importanti, che hanno richiesto un costante interesse e una costante partecipazione a livello mondiale. Ciò che ci auguriamo ora è che i nuovi attori in gioco siano sempre più consapevoli e decisi sugli obiettivi da raggiungere, con lo scopo di riuscire tutti insieme a creare un futuro migliore.