CELEBRIAMO LE DONNE DELLA SOSTENIBILITÀ - La Città dell'Energia

La Città dell'Energia, 13 Marzo 2025

CELEBRIAMO LE DONNE DELLA SOSTENIBILITÀ

AGN ENERGIALa Città dell'Energia
Smiling girl talking in megaphone
La Città dell’Energia celebra le donne della sostenibilità: attiviste, artiste e scienziate che, con la loro passione e determinazione, hanno contribuito a rendere il mondo un posto migliore. Scopriamo insieme alcune storie diverse tra loro, ma tutte significative.

Ci sono tanti modi per rendere il mondo un luogo più vivibile. In questo articolo vi racconteremo l’impegno di quattro donne che, a vario titolo, hanno dedicato la loro vita alla ricerca di soluzioni più sostenibili e alla sensibilizzazione su temi preziosi per gli equilibri ambientali di interi ecosistemi.

ISATOU CEESAY
La plastica, si sa, è uno dei principali agenti inquinanti dei nostri tempi e uno dei materiali più difficili da smaltire. C’è una donna in Gambia che da decenni si impegna per risolvere questo fenomeno, trovando soluzioni intelligenti e sensibilizzando la sua comunità di appartenenza. Il suo nome è Isatou Ceesay e la sua storia è cominciata nel 1997 quando, insieme ad altre quattro donne, fu creato il Centro per il Riciclo nel villaggio di N’jau. La vicenda di Isatou non è solo un paradigma di sostenibilità, ma anche di creatività, dato che negli anni è stata in grado di proporre idee sempre più smart per trasformare i rifiuti in oggetti di utilizzo comune, come ad esempio coloratissime borse. La sua storia è stata raccontata da Miranda Paul ed Elizabeth Zunon nell’affascinante libro illustrato One Plastic Bag: Isatou Ceesay and the Recycling Women of the Gambia, a conferma di come la sua esperienza abbia fatto il giro del mondo.

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JANE GOODALL
Anche la storia di Jane Goodall si lega all’Africa: questa celebre etologa, zoologa e antropologa inglese ha infatti dedicato la sua lunghissima carriera alla preservazione e allo studio del comportamento degli scimpanzè della Tanzania. In oltre 60 anni di appassionata dedizione, la Goodall ha scoperto presso questi primati dei comportamenti e delle abitudini che ricordano da vicino quelli degli uomini, tra cui la costruzione e l’utilizzo di utensili necessari a semplificarsi la vita. La vocazione della ricercatrice londinese ha, tuttavia, avuto anche il merito di evolvere il dibattito sulle relazioni tra l’uomo e il mondo animale, promuovendo una forte sensibilizzazione sulla necessità di tutelare l’habitat dei primati, garantendo il loro benessere e il rispetto dei loro ecosistemi. Ancora oggi, a novant’anni, Jane Goodall porta nel mondo un messaggio di impegno, e coinvolgimento, per ispirare, in particolare, le nuove generazioni.

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 ANNE DE CARBUCCIA
Per comprendere appieno il linguaggio, e la missione, di Anne de Carbuccia, artista e regista originaria della Corsica, bisogna prima recuperare il concetto di “Antropocene”. Con questo termine si intende, nello specifico, l’attuale era geologica, in cui l’uomo, a causa delle sue azioni e del suo impatto, è diventato un fattore decisivo nella definizione dei fenomeni, naturali e meteorologici, che colpiscono il Pianeta. Anne ha portato questa consapevolezza in diversi mezzi espressivi (fotografia, pittura, documentario, tra i tanti) che, come leggiamo sulla bio del suo sito, hanno l’obiettivo “di superare l’era odierna che pone l’uomo al centro di tutto”. Proprio un ruolo più intelligente da parte dell’essere umano, anche grazie alla tecnologia di cui disponiamo oggigiorno, potrebbe riabilitare la nostra specie attraverso la presa di coscienza dell’interdipendenza che ci lega alle altre creature e a tutti gli habitat terrestri.

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MÁRIA TELKES
Facciamo un passo indietro nel Novecento per conoscere l’ultima protagonista del nostro articolo. Si tratta di Mária Telkes (1900-1995), biofisica e inventrice ungherese, poi naturalizzata statunitense. La Telkes è stata una delle menti precorritrici dell’energia solare, tanto da meritare il titolo di “Sun Queen”. Un appellativo calzante, se si considera che, dal 1939 al 1953, effettuò numerose ricerche su questa fonte al prestigioso MIT di Boston che si concretizzarono nell’invenzione di tecnologie adottate poi da agenzie governative o da start up. Una delle sue imprese bostoniane fu (nel 1948) l’ideazione di un’abitazione “solare”, la “Dover Sun House”, in cui il sistema da lei concepito permetteva di far circolare l’aria calda, raccolta nei pannelli solari, per il tramite di serbatoi isolati termicamente. Se il Fotovoltaico ha raggiunto il livello di efficienza che conosciamo oggi è dunque anche grazie a questa intrepida ricercatrice.

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Ti abbiamo ispirato? Senza raggiungere i livelli straordinari di queste quattro storie, anche noi possiamo contribuire, nel nostro piccolo, a rendere più accogliente l’ambiente in cui viviamo!

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