Habitat marini che sorprendono - La Città dell'Energia

La Città dell'Energia, 10 Settembre 2021

Habitat marini che sorprendono

AGN ENERGIA
Gli oceani ricoprono circa il 70% dell’intero pianeta, quindi è logico pensare alla loro importanza. Se poi si è consapevoli che solo una minima parte di queste masse d’acqua è stata esplorata e studiata, viene da chiedersi chissà quanti altri segreti non siano ancora stati svelati, quante altre meraviglie naturalistiche dobbiamo ancora scoprire!

Con il progresso della scienza, delle nuove tecnologie e dello studio biomarino riusciremo sicuramente ad aggiungere qualche altra pagina alle nostre enciclopedie. Ma ora facciamo un piccolo viaggio, dall’equatore fino alle zone temperate, soffermandoci su quattro habitat marini che conosciamo già, ma la cui bellezza non smette di sorprenderci.

BARRIERE CORALLINE
Nonostante rappresentino circa lo 0,2% dell’intero ambiente marino, le barriere coralline sono caratterizzate da una biodiversità unica al mondo: tra i coralli che popolano i reef trovano riparo pesci, crostacei, molluschi e molte altre specie, le quali rappresentano un terzo delle specie marine del mondo. L’esempio perfetto – e più famoso – di questo habitat è sicuramente la grande barriera corallina al largo delle coste del Queensland, in Australia: Patrimonio Mondiale dell’Umanità secondo l’UNESCO e costituita da oltre 2900 barriere collegate tra loro, copre un’area di oltre 340.000 chilometri quadrati e include oltre 900 isole.
Ma questi habitat marini non sono conosciuti solo per la loro bellezza e colori sgargianti, hanno anche una funzione importante per la qualità dei mari: i coralli che le compongono filtrano infatti l’acqua che li circonda e trattengono tutte le impurità.

FORESTE DI MANGROVIE
Tipiche dei climi tropicali, le foreste di mangrovie sono uno spettacolo da ammirare: gli alberi e arbusti che le compongono – appartenenti a oltre 50 specie diverse – hanno delle radici aeree molto particolari, che permettono alla pianta di respirare e sopravvivere anche quando la zona viene totalmente sommersa dall’acqua.
Ma perché sono così importanti per l’equilibrio ambientale? Ecco qualche spiegazione: sono in grado di immagazzinare CO2 a una velocità estremamente maggiore rispetto alle foreste terrestri e offrono protezione da eventi potenzialmente catastrofici come tempeste, inondazioni ed erosioni del terreno con conseguenti frane.
Un’altra curiosità? Le foreste di mangrovie sono gli “asili” dei pesci, in quanto molte specie vanno a deporre le uova in queste zone e, grazie alla conformazione fitta delle radici sommerse, i piccoli possono proteggersi dai predatori durante il periodo della crescita.

FORESTE DI KELP
Non tutti conoscono questi particolari habitat marini, ma una volta vista la loro unicità è impossibile scordarsene. Il Kelp è una particolare alga bruna che vive in acque artiche o temperate e si sviluppa verticalmente: grazie a delle pneumocisti, dei microscopici organi posizionati alla base delle foglie, questa pianta galleggia perpendicolarmente rispetto alla superficie dell’oceano e può raggiungere una lunghezza di oltre 50 metri.
Decisamente suggestive, queste foreste hanno un ruolo importante a livello ambientale, infatti indeboliscono le correnti marine e gli effetti distruttivi delle tempeste, limitando l’erosione delle coste. Non solo: come tutti gli ambienti marini, le foreste di Kelp sono fondamentali per la produzione di ossigeno e l’assorbimento di CO2, molto più efficaci rispetto alle foreste terrestri. Insomma, dei veri e propri polmoni subacquei.

PRATERIE DI POSIDONIA
Torniamo vicino casa, nel Mar Mediterraneo, soffermandoci su una distesa verde a dir poco unica: le praterie di Posidonia.
Nonostante l’apparenza, la posidonia non è un’alga, ma una pianta con fiori e frutti che popola i fondali mediterranei, andando dalla superficie fino a oltre 40 metri di profondità, se l’acqua è particolarmente limpida. Come per le foreste di Mangrovie e di Kelp, questi verdi prati subacquei hanno una capacità di produzione di ossigeno davvero sorprendente: un metro quadrato di Posidonia può produrre fino a 15 litri di ossigeno al giorno. Inoltre, anche queste praterie rappresentano un habitat ricco di vita e biodiversità in grado di contrastare gli effetti dannosi del moto ondoso.
Un fun-fact: la città sarda di Alghero deve il suo nome proprio alle grandi quantità di foglie di Posidonia che si accumulano solitamente sulle spiagge (come abbiamo detto non sono alghe, ma vengono considerate come tali).

Questi particolari habitat marini, ricchi di biodiversità e meraviglie da ammirare, sono purtroppo minacciati da fenomeni dannosi, come l’acidificazione delle acque. Infatti, la maggiore concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera rende il ph delle acque più acido, alterando la salute di tutti gli organismi marini, in particolare di quelli che sfruttano il carbonato di calcio per sopravvivere.

Dai variopinti coralli australiani, fino alle fitte foreste marine, questi mondi subacquei non sono solo degli spettacoli della natura, ma anche ecosistemi fondamentali per l’equilibrio dell’intero pianeta Terra.

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