La Città dell'Energia, 19 Agosto 2025
Migliorare il mondo attraverso gli occhi della fotografia

La Giornata Mondiale della Fotografia del 19 agosto, oltre a essere un’occasione per celebrare questa forma suggestiva di racconto e rappresentazione della realtà, ci permette di narrare le storie di alcuni fotografi che hanno dedicato il loro lavoro (anche) alla cura del Pianeta.
La fotografia può essere uno strumento potentissimo per comunicare emozioni, bellezza e per catturare, grazie a scatti fatidici e irripetibili, momenti unici che altrimenti passerebbero inosservati. Tutte queste considerazioni hanno un valore perfino superiore, se lo scopo è quello di sensibilizzare su tematiche dal risvolto sociale e politico. In questa categoria rientrano anche quei fotografi che hanno scelto di dedicare parte della loro arte alla denuncia di fenomeni estremi, causati dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici, entrando così di diritto nel grande dibattito sul futuro del nostro Pianeta. Raccontiamo la storia di tre fotografi che, con modalità diverse, hanno lanciato segnali profondi in questa direzione.
ALEXA BRUNET
Provocatoria, simbolica, fino a raggiungere addirittura l’assurdo. La tecnica fotografica della francese Alexa Brunet è quella della “messa in scena”, ma l’obiettivo è quello di denudare la realtà in maniera inequivocabile. Le contraddizioni della modernità che questa artista ha deciso di porre in primo piano attraverso la sua opera riguardano anche la tecnologizzazione dell’agricoltura che ha sconvolto la vita delle comunità tradizionali, peggiorando sensibilmente il rapporto, un tempo simbiotico, dell’uomo con la natura e con l’ambiente circostante. Tra meccanizzazione, trattamenti chimici e strategie che badano esclusivamente al profitto, l’agricoltura narrata nel ciclo “Dystopia” sembra aver smarrito il suo significato più profondo, perdendo il suo legame con il territorio, di cui non è più naturale continuazione. Nel mondo sospeso e surreale creato dalla Brunet, le persone stesse sembrano disorientate, come se mancasse loro un sano appiglio con la realtà.
PAUL NICKLEN
Potremmo definire come amore precoce quello che Paul Nicklen ha provato per i Poli. Quando aveva appena quattro anni, la sua famiglia si trasferì infatti sull’isola di Baffin, nell’estremo nord del Canada. Qui Paul si abituò alle condizioni estreme dell’ambiente e, dalle banchine ghiacciate, a un ravvicinato contatto con foche, orsi polari e narvali, tutte specie che oggi sono minacciate dalla morsa dei cambiamenti climatici ai quali stiamo assistendo da anni. I suoi studi di biologia gli hanno peraltro permesso di comprendere in maniera ancora più mirata l’urgenza di quella missione che ha deciso di tradurre poi in fotografia, per poter arrivare dritto al cuore e alla coscienza delle persone. La sua collaborazione con National Geographic e il suo dialogo con oceanografi, scienziati e attivisti gli consentono di realizzare fotografie dal forte impatto che hanno l’obiettivo di educare e far riflettere sulla sorte di alcuni dei territori più colpiti dal “Climate Change”.
SEBASTIÃO SALGADO
Chiudiamo questa rassegna con un tributo all’opera del grande fotografo brasiliano, che ci ha lasciati lo scorso maggio. Sebastião Salgado, con la sua arte intensa e il suo stile elegiaco, ha denunciato alcune catastrofi naturali, come la deforestazione dell’Amazzonia. Il quasi omonimo progetto Amazônia rappresenta, in questo senso, una testimonianza straordinaria sulla preziosità di un territorio minacciato e fragile. Il reportage di oltre 6 anni di Salgado nella foresta pluviale è stato affiancato anche da un’azione concreta: insieme alla moglie, Lélia Wanick Salgado, il fotografo ha lanciato l’”Instituto Terra” che ha promosso la riforestazione di oltre 2.000 ettari di foresta, grazie alla piantumazione di milioni di alberi che hanno contribuito al ripristino dell’ecosistema locale. Un’ulteriore conferma della veridicità e dell’autenticità della missione del fotografo brasiliano che, attraverso istantanee magiche, ha documentato una bellezza che vale la pena di proteggere.
Prendere ispirazione dalle fotografie dei grandi maestri significa anche prendere coscienza di una ricchezza che rischia di scomparire o di snaturarsi, a causa dell’impatto umano. La Giornata Mondiale della Fotografia è, in definitiva, un’ottima occasione per far incontrare l’arte e l’urgenza di alcuni messaggi che non possiamo più permetterci di ignorare.
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